Al tempo del Coronavirus


ci alziamo alla mattina, magari dopo una notte in bianco, poiché ci siamo coricati per nulla stanchi.

Bagno e poi ci sediamo a bere il caffè.
Anche la colazione si é trasformata e si é ridotta ai minimi termini e non ce ne siamo neppure accorti.

Nel frattempo accendiamo il telefonino e involontariamente le nostre dita, sanno già dove andare.
Ed infatti da alcune settimane non sono più i messaggini fatti in ritardo dai nostri amici la sera prima ma i fatti avvenuti nella notte.

E instancabilmente ci appare ai nostri occhi, come da oltre un mese l’instancabile e spietato virus.
Il quale anche questa notte ha nuovamente mietuto vittime su vittime, mentre noi, forse, rilassati dormivamo come ghiri nei nostri letti.

Poi ci rechiamo sul balcone e osserviamo silenziosi e qualcosina é cambiato da alcuni giorni, quel strano silenzio é stato soppiantato dai canti degli uccellini.

Rientriamo e ci guardiamo attorno, ma quello che cerchiamo non c’é più.

È sparito in un giorno d’inverno, silenziosamente lasciandoci un’insicurezza bestiale.


Noi siamo più i dominatori del mondo, tutto si é frantumato in un baleno, davanti ad una cruda e dura realtà che avevamo messo in un angolo, nascosta, ignorata completamente come se non ci riguardasse, la nostra fragilità.

Ora finalmente ci siamo svegliati ma qualcuno é ancora convinto di essere ancora il dominatore assoluto.
Quanto é strano questo essere che non sa più remare con i suoi simili.

Siamo tutti da sempre sulla stessa barca ma tanto é grande che noi così piccoli e indifesi non ce ne siamo accorti nemmeno ora.

Fa più male questa non presa di coscienza che il restare in casa.

3 aprile 2020 - ©Roby2020